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Versione italiana
"Probabilmente è vero, ma a me piace credere che solo a Comiso ogni cosa si componga e respiri, per naturale destino, in un’aria di perpetua e volubile e lieta invenzione e improvvisazione scenica".

Gesualdo Bufalino

   
  Download stemma.zip 76K!Le parole del grande scrittore recentemente scomparso che alla sua Comiso dedicò fra i versi più belli, danno l’idea della caratteristica fondamentale di questa città che si adagia dolcemente sulla Piana dell’Ippari. Il ritmo di Comiso è infatti la sua varietà, il continuo saliscendi di vie che si intrecciano tra la pianura e i monti, le rampe di scale, la pietra bianca che è presente ovunque, i campanili delle chiese che sfrecciano in alto, le fonti e le piazze, i mosaici e i palazzi. Comiso è fiorita di campanili, ricca di cupole, tetti e facciate di colore rosato, bianco e giallo ocra.

La Storia.

Kasmenai, è il nome misterioso da cui inizia la storia ufficiale di questa città antichissima. Prima di Kasmenai, nell’arco montano ai cui piedi sorge Comiso, c’era un ambiente naturale in cui Siculi e Sicani estraevano e lavoravano la selce. Il suo paesaggio lo descrisse Pindaro nella Ode V delle Olimpiche. Gli indigeni abitavano nelle grotte di calcare e nelle capanne. Eressero grandi necropoli, quelle di Rito, Passo marinaro, di Monte Casasia i cui resti erano ancora visibili alcuni secoli fa. Dalle contrafforti nate su queste colline gli abitanti dominavano la valle ricca di armenti e di boschi. Si ritiene che Casmene, costruita fra Kamarina e Akrai dai greco siracusani nel 642 come città fortificata nel "Cozzo di Apollo", venne distrutta dai Romani nel 212.

Il centro della città odierna è Fonte Diana, ed è anche il nucleo in cui rinacque la città, per mano degli stessi superstiti che risaliti a valle la chiamarono "Yhomisus Casmenarum,". In questo sito un bellissimo mosaico romano che rappresenta Nettuno, le Nereidi e i delfini decorava la "Dianae Fons" che alimentava l’edificio termale romano risalente al II secolo d.c. Vicino alla Fonte sorgeva il Tempio di Diana, sulla quale venne costruita la chiesetta di san Nicola e in seguito l’attuale bellissima basilica dell’Annunziata. Il tempio di Apollo dominava l’acropoli dalla vetta più alta della città, mentre nell’area dell’antico "approdo" dove giungevano con le loro navi perfino i Fenici, vi sono ancora i resti del "Castrum" che era il quartiere militare romano.