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Le parole del
grande scrittore recentemente scomparso che alla sua Comiso
dedicò fra i versi più belli, danno lidea della
caratteristica fondamentale di questa città che si
adagia dolcemente sulla Piana dellIppari. Il ritmo
di Comiso è infatti la sua varietà, il continuo
saliscendi di vie che si intrecciano tra la pianura e i
monti, le rampe di scale, la pietra bianca che è
presente ovunque, i campanili delle chiese che sfrecciano
in alto, le fonti e le piazze, i mosaici e i palazzi.
Comiso è fiorita di campanili, ricca di cupole, tetti e
facciate di colore rosato, bianco e giallo ocra. La Storia.
Kasmenai, è il nome misterioso
da cui inizia la storia ufficiale di questa città
antichissima. Prima di Kasmenai, nellarco montano
ai cui piedi sorge Comiso, cera un ambiente
naturale in cui Siculi e Sicani estraevano e lavoravano
la selce. Il suo paesaggio lo descrisse Pindaro nella Ode
V delle Olimpiche. Gli indigeni abitavano nelle grotte di
calcare e nelle capanne. Eressero grandi necropoli,
quelle di Rito, Passo marinaro, di Monte Casasia i cui
resti erano ancora visibili alcuni secoli fa. Dalle
contrafforti nate su queste colline gli abitanti
dominavano la valle ricca di armenti e di boschi. Si
ritiene che Casmene, costruita fra Kamarina e
Akrai dai greco siracusani nel 642 come città
fortificata nel "Cozzo di Apollo", venne
distrutta dai Romani nel 212.
Il centro della città odierna
è Fonte Diana, ed è anche il nucleo in cui rinacque la
città, per mano degli stessi superstiti che risaliti a
valle la chiamarono "Yhomisus Casmenarum,". In
questo sito un bellissimo mosaico romano che
rappresenta Nettuno, le Nereidi e i delfini decorava la
"Dianae Fons" che alimentava ledificio
termale romano risalente al II secolo d.c. Vicino alla
Fonte sorgeva il Tempio di Diana, sulla quale venne
costruita la chiesetta di san Nicola e in seguito
lattuale bellissima basilica dellAnnunziata.
Il tempio di Apollo dominava lacropoli dalla vetta
più alta della città, mentre nellarea
dellantico "approdo" dove giungevano con
le loro navi perfino i Fenici, vi sono ancora i resti del
"Castrum" che era il quartiere militare romano.
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