MODICA:La città delle Cento chiese

E' la città delle cento chiese e delle cento campane che nel 1300 fu, per la sua potenza e bellezza, il "Regnum in regno". L'età d'oro della Contea che nacque come unico stato feudale il 25 marzo del 1296, con l'assegnazione del regno a Manfredi di Chiaramonte dopo l'incoronazione del re Federico II di Sicilia, riuscì ad offuscare perfino lo sfarzo e la potenza del Regno di Sicilia. Di quella ricchezza economica e gloria oggi rimangono le opere d'arte. Modica è oggi uno dei regni del barocco ibleo, e dei gioielli artistici della Sicilia.
"Situata Modica è a somiglianza di un aquila" - scriveva Placido Carrafa - detta da tutti, Motuca per l'addietro, la cui origine alcuni ignoti credono per la troppa vetustà e perchè immemorabile il principio di sua fondazione". La cittadina è ricca di bellezze
architettoniche ariose e maestose ed è coronata al centro da un ripido sperone di roccia, ove sorge il Castello dei Conti. Essa è adagiata su tre valli a forma di ipsilon. Questa caratteristica geomorfologica che la contraddistingue, ne rende spettacolari le panoramiche dall'alto. Chi percorre di notte il Ponte Guerrieri sulla strada che congiunge il capoluogo alla città e volge lo sguardo in basso, avrà la visione di uno splendido presepe. Le case si innalzano a gradinata e si congiungono nelle salite, e spesso fra di esse affiorano orti quasi nascosti.

Le chiese di San Pietro e San Giorgio

Delle "cento chiese" due sono i geni tutelari. La chiesa tardobarocca di San Pietro in corso Umberto, è il punto di attrazione del quartiere basso della città. In essa ritroviamo la maestosità di Noto, in quella sua lunga scalinata perimetrata dalle sculture statuarie dei dodici apostoli. Alla sommità della scalinata, il prospetto della chiesa rivela un modello di concezione estetica decorativa. Il percorso interno a tre navate offre opere sublimi come il gruppo statuario di San Pietro e il Paralitico di Benedetto Civilletti e le statue lignee di Pietro Padula.
Il San Giorgio si mostra anch'esso con tutta la sua imponenza, ergendosi su una salita che forma un bel balcone naturale. Dalla cima dei 250 gradini si gode al massimo la visione della plasticità del prospetto che è suddiviso in tre ordini. La chiesa accoglie l'urna argentea che custodisce alcune reliquie di San Giorgio, dono della chiesa alla potente famiglia dei Chiaramonte. La storia di questa dinastia e della provincia è la storia della Contea, che quest'anno ha celebrato il Settecentenario della sua nascita.

Storia e cultura

Si ritiene che Modica venne fondata da Ercole egizio. Di certo i Siculi la scelsero per la sua posizione singolare che ne ha fatto una roccaforte inespugnabile. La Cava d'Ispica, il grandioso e spettacolare "canyon" intagliato nel tavolato ibleo, ricade in parte anche nel territorio rurale modicano. La storia della Cava è dunque anche parte della storia di Modica.
Il suo antico nome fu Motyca, ma la sua potenza rimasta in ombra con il dominio dei greci e dei bizantini, esplose in tutta la sua vitalità durante il dominio degli arabi che la chiamarono Mohac. Con l'affermarsi della dinastia dei Chiaramonte, Modica si lanciò nel firmamento del Regno come una stella. I segnali dello stile gotico- chiaramontano introdotto dai Conti, sono diffuse in parecchi testimonianze d'arte: la Madonna del Carmine, il palazzo Lena, la chiesa del Gesù. Il convento annesso al Gesù venne costruito per solennizzare il matrimonio di Anna Cabrera con Henriquez. Il magnifico chiostro all'interno è stato riconosciuto monumento nazionale.
La città che diede i natali all'illustre poeta Salvatore Quasimodo, vanta anche uno dei più interessanti musei etnoantropologici siciliani. Il "Museo Ibleo delle Arti e tradizioni popolari S.A. Guastella" è sito al primo piano dell'ex convento dei padri Mercedari, una architettura del Settecento elegante e sobria in un linguaggio tardo barocco e rococò. Il museo rappresenta uno specchio della civiltà contadina e artigiana, culla delle tradizioni locali. Perchè la Contea fu, e lo è ancora oggi, uno scrigno inesauribile di antichissime tradizioni, costumi e riti religiosi, dove si fondono il sacro e il profano, la fede e la superstizione.