Il
Barocco tra sapori di Cannella e profumo di Miele
Se cè unarea
della Sicilia dove, risalendo i secoli, gli usi dellalimentazione
sono divenuti presto cucina e le tradizioni della tavola sono state
da sempre mantenute vive ed arricchite, questa è proprio la vasta
zona che comprendeva in età feudale la Conte a di Modica. Si può
dire che essa rinnovi proprio a tavola il mosaico delle vicende
storiche d i cui fu vittima e protagonista. Condizionata nel passato
dalle risorse naturali, questa terra fertile, baciata da un sole
ardente, con la sua genuinità e laccoppiamento di gusti ben
assortiti, può dare notevole valenza ad un piatto contadino, ad
un dolce men che aristocratico, rendendolo più appetibile, forse,
di un altro di costoso pregio. I dolci sono qui la testimonianza
e il frutto di unantica eredità di "invenzioni da tavola",
straordinariamente fedeli a suggestioni autoctone ma che, inseriti
nel più ampio circuito delletnostoria mediterranea, divengono
voce e veicolo di una migliore conoscenza di questa intima Sicilia.
Generazioni di dolcieri
(i famosi cosaruciari), dai Bonaiuto ai Civello, dai Di Martino
ai Calabrese, ai Ruta e poi , via via, ai Bonomo, agli Iacono ,
ai Buffa Calleo, agli Spinello, agli Scivoletto, ai Giannone, ai
Gugliotta, hanno dato vita ed incrementato un antica attività,
arrivando a competere coi più affermati artigiani del dolce di Palermo,
Catania e Messina, tanto per restare in Sicilia.
La cioccolata, rigorosamente
fabbricata secondo un vecchio metodo ancora praticato in Spagna
(come ebbe modo di rilevare in alcuni suoi scritti Leonardo Sciascia),
costituisce un retaggio medievale che testimonia la massiccia presenza
degli Spagnoli in questo territorio.
Il sistema di lavorazione
si è tramandato nel tempo sia nelle dolcerie che nei monasteri,
affiancando la confezione di biscotti e di frutta Martorana, nonché
cobaita, cedrata e aranciata, tipici e rinomati dolci al miele.
Fra i biscotti che hanno reso famosa la produzione dolciaria di
Modica nel Mondo, cè la mpanatigghia. Dolce patrizio,
che potremmo definire "da viaggio" (perché con questo
fine fu inventato), è unico nel suo genere, annoverando fra i principali
ingredienti, oltre alla cioccolata artigianale, qualcosa di inusitato:
il filetto di manzo.
Anchesso è da
catalogare fra i sapori di Spagna, specie poi se si tiene conto
che qualcosa di simile viene tuttora confezionato nella Catalogna
con il nome di "panatiglias".
|
|
Ma
il miele, quello ti timo, ibleo d.o.c., immortalato da Ovidio, Virgilio,
Parini, è lelemento base di unelaborazione dolciaria strettamente
natalizia, anche perché gli altri componenti essenziali sono gli agrumi
e , più precisamente , le loro "scorze". Ecco allora la
rinomata cedrata (o "pietrafienills", o ancora "pietrafennula")
e poi l "aranciata" (o "arangiata"), anchessa
di antica tradizione (nella Arangeide, un poemetto inedito del 500,
il poeta siciliano Antonio Veneziano dice testualmente: "Di cui
chilla cubaita speciali/ indi fannu chi la chiamanu arangiata/
chè duci, e benchi è duci nun fa mali")
Ma fra i dolci di miele
natalizi non manca la cobaita ("cubbaita" o "cumbaita"
nella parlata locale "quubbayta" in arabo), fatta di semi
di sesamo cotti nel miele. La variegata produzione della dolceria
modicana contiene una vasta gamma di dolci fino a giungere alla
frutta Martorana, pasta di mandorla modellata a forma di frutta,
un tempo preparata solamente per scopi devozionali dei defunti e
per questo destinata solo ai bambini. Essa è divenuta, grazie al
turismo, un emblema per la Sicilia, ed è in ogni caso espressione
di una civiltà contadina, un tipo di civiltà per la quale la frutta
ha il significato della natura fertile, prodiga di doni per luomo.
Il nome Martorana deriva, invece, dal convento omonimo di Palermo,
dove, nel lontano 1308, per la prima volta, esemplari di frutta
di pasta reale vennero confezionati dalle suore in occasione della
visita di Papa Clemente V in Sicilia.
Ci sono infine due
dolci che lantica dolceria Bonaiuto ha riproposto di recente
ai Buongustai: la "liccumia" (ravioli di pasta frolla
con ripieno di melenzane, cioccolato artigianale e aromi vari) e
i "dolcetti del conte", presentati in
occasione delle celebrazioni in corso per la ricorrenza del settimo
centenario di fondazione della Contea di Modica. Vengono realizzati
con pasta di mandorle, preparata con un antico metodo e con la ben
nota pasta amara di cacao.
Non possiamo chiudere
senza accennare ai "dolci da riposto" ( o già da ripostiglio
o da dispensa e non originari della cittadina etnea di Riposto),
che sono tipici della zona, anche se si hanno riscontri in tutta
lIsola. Fatti di pasta reale, assumono forme varie e sono
fra quelli che tengono banco tutto lanno nella variopinta
fantasmagoria di colori e di sapori della ricca dolceria della Contea.
Di Giorgio
Buscema
|