"Artiemestieri
"giunge alla sua terza edizione con
allattivo una serie concreta di risultati,
sia sul piano socio-economico che su quello
culturale, nonostante i malcelati tentativi di
boicottaggio perpetrati da taluni ambienti
prigionieri di interessi di bottega. Viene
imitata!
La notevole domanda di Pietra
bianca di Comiso. La vivacità degli
operatori alla ricerca di strutture organizzative
capaci di renderli competitivi, lattenzione
del mondo scientifico verso il nostro pregiato
calcare e, ancora, il successo ottenuto a
Firenze, patria dellarte, dai nostri
sfilati e ricami, la conseguente tensione
organizzativa che domina fra le ricamatrici,
rappresentano oggi il lusinghiero risultato di
tre anni di paziente lavoro di coinvolgimento, di
esaltazione di valori che appartengono al
patrimonio culturale della nostra gente, ma anche
ciò va sottolineato con forza- di una
feconda collaborazione con vari istituti
universitari e di cultura siciliani, primo fra
tutti il Centro Internazionale di Etnostoria di
Palermo.
Se qualche comprensibile
incertezza affiorava nella prima edizione di Artiemestieri
, quando cominciammo a definire una metodologia
atta a tradurre in realtà un modello di sviluppo
basato sulla lettura e lanalisi del
territorio; se i primi timidi segni ci
incoraggiarono a continuare anche nel 96
sulla strada della valorizzazione delle risorse
del territorio lanciando lo sfilato, oggi
possiamo ben dire che la strada intrapresa è
quella giusta. Il progetto amministrativo
presentato alla Città nel 94, quel
progetto che intende costruire sicure basi in
grado di dare risposte occupazionali e
prospettive di sviluppo mediante il recupero
della legalità, la sottolineatura del bisogno
dellidentità, lattenzione per la
storia e per i beni culturali ereditati dai
nostri padri, è concretamente avviato verso la
sua realizzazione.
Occorre, ora, che tutte le
componenti vitali della nostra Comunità,
Associazioni, Circoli, Scuole e, perché no,
Partiti Politici, lo sentano proprio e lo
facciano crescere con il loro contributo sicchè
Comiso possa essere consegnata al terzo millennio
ancora come "LA CITTÀ DEL FARE".
Prof
Pasquale Puglisi
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